La Corte di cassazione, dichiarando inammissibile il ricorso promosso dall’agenzia delle entrate, con ordinanza numero 23163/2018, ha confermato la condanna al risarcimento del danno ingiusto causato dalla condotta negligente dell’operatore dello sportello, nei confronti di un cittadino, per non averlo adeguatamente informato.
In particolare, avendo omesso del tutto il proprio dovere di informare e non avendo considerato le specificità del caso concreto, aveva ingenerato nel povero contribuente la convinzione che, una volta ammesso alla tassazione favorevole per la propria attività di coltivatore diretto, senza l’adeguata documentazione, non fosse necessario altro adempimento per evitare di perdere il beneficio.
Dopo due mesi, invece, il contribuente riceveva l’avviso di liquidazione della maggiore tassazione applicata sulla base del valore dichiarato in calce all’atto, ritenendo non applicabile l’imposta ridotta a tassa fissa.
Mi sembra, dunque, giusto che il fisco sia stato condannato a risarcire il danno!