Dal 2017 esiste una nuova modalità di colloquio tra i ragazzi e le Istituzioni: si chiama YouPol.
In realtà, permettere a tutti, giovani e adulti, di interagire con la Polizia di Stato che l’ha predisposta per segnalare specifiche ipotesi di reato e nasce dalla ferma convinzione che ogni cittadino è parte responsabile e attiva nella vita del Paese. In pratica, si lancia un allarme affinchè la Polizia intervenga.
È un’applicazione gratuita, scaricabile dallo store degli smartphone e tablet che utilizzano Android e Ios.
Serve per segnalare “in tempo reale”, direttamente alla centrale di Polizia di Stato, episodi di bullismo, droga e, di recente, prevede anche il nuovo servizio per contrastare il fenomeno della violenza domestica, con possibilità di allegare foto.
Il contagio da covid-19 ci obbliga a rimanere a casa col “carnefice” e YouPol può aiutare le vittime, nei momenti di difficoltà, a segnalare episodi di maltrattamenti.
In effetti, la problematica dei maltrattamenti e degli abusi all’interno del circuito familiare con l’emergenza del covid 19, si è esasperata ulteriorme rendendo difficoltoso alle vittime la possibilità di segnalare quanto accade, quindi, di poter denunciare. Si tratta di una sorta di “emergenza nell’emergenza”, che ha, addirittura, comportato un ulteriore peggioramento delle condizioni delle vittime, soprattutto quelle abituali. L’allarme è arrivato anche dal Magistrato che si occupa, qui a Milano, di soggetti deboli: in punto, ci riferisce che c’è stato un calo di denunce in questo periodo: ciò che è di estrema gravità e fonte di preoccupazione, perché, come noto, non trattasi di un calo di tipo assoluto. Ci piacerebbe credere che sono diminuite le denunce perché, “magicamente”, nel corso della pandemia, le persone hanno compreso il disvalore sociale della loro condotta ed hanno cessato di abusare, di maltrattare le loro compagne o i loro figli. Sappiamo, tuttavia, che così non è.
Ovviamente, è calato il numero delle denunce ma solamente perché è divenuto impossibile sottrarsi al controllo del proprio aguzzino diventando, conseguentemente, molto difficile anche trovare la “privacy” necessaria per effettuare una telefonata o, banalmente, per chiedere aiuto a qualcuno perché c’è sempre presente “l’altro” che osserva ogni mossa.
I casi nei quali la vittima non riesce minimamente ad avere uno spazio, neppure minimo, per poter chiedere aiuto, è un aspetto che dovrebbe attirare la nostra attenzione e farci preoccupare ulteriormente perché non indica, certamente, una diminuzione del fenomeno. Tuttavia, lo stimolo a continuare a denunciare esiste, nel senso che questa app, nella forma di chat, permette di poter, comunque, comunicare anche quando si è in stretta vicinanza di un uomo che non consente neppure la libertà di parlare al telefono.
Ma come funziona YouPol?
Facciamo alcuni esempi: se si vuol segnalare un episodio di bullismo, è sufficiente scrivere “stanno picchiando un ragazzo” e, se possibile, inviare una foto. Lo stesso dicasi nel caso di un episodio di spaccio per cui sarà sufficiente scrivere: “al parco stanno spacciando”.
Se si è vittima, o testimone, di un episodio di violenza domestica si potrà scrivere: “Aiuto”.
Peraltro, l’app permette di geolocalizzare chi invia messaggi e foto e consente di conoscere in tempo reale il luogo degli eventi qualora il soggetto dovesse trovarsi in un momento di necessità e dovesse richiedere l’intervento delle Autorità.
E’ possibile inviare una segnalazione a YouPol anche in forma anonima poiché l’app funziona pure senza registrazione: in questo modo, la Polizia non saprà chi ha inviato la segnalazione. Il consiglio, tuttavia, è quello di registrarsi fornendo le proprie generalità.
Infatti, registrandosi fornendo le proprie generalità, è possibile ottenere aggiornamenti sull’operato della Polizia di Stato, inviare un sollecito, integrare le informazioni già trasmesse, se incomplete, e visualizzarle in qualsiasi momento.
Per registrarsi è sufficiente inserire nell’app il proprio numero di telefono e il codice di verifica ricevuto, per poi procedere alla compilazione dei dati anagrafici.
Ovviamente, se la segnalazione risulterà falsa, si incorrerà in un reato: non si tratta, infatti, di un gioco.
Tali segnalazioni non sostituiscono le denunce ma permetteranno di avviare le indagini. Inoltre, se la polizia interviene dopo una segnalazione mediante Youpol ma il reato è perseguibile solamente a querela di parte, la vittima dovrà sporgere personalmente detta querela per consentire all’autorità giudiziaria di dar corso al procedimento penale.
L’utente avrà anche la possibilità di effettuare una chiamata di emergenza alla sala operativa della provincia nella quale si trova, utilizzando un pulsante ben visibile di colore rosso.
Dopo una prima fase in cui l’applicazione era operativa solo nelle maggiori città, ora le segnalazioni per episodi di bullismo o riguardanti lo spaccio di droga si possono effettuare su tutto il territorio nazionale.
Nel primo anno di utilizzo (quando ancora il servizio era utilizzato solo a Roma, Milano e Catania), i download effettuati sono stati più di 118.000, le segnalazioni per casi di bullismo 1.152 e quelle per spaccio ed uso di sostanze stupefacenti 2.132.
Ritengo sia un app molto utile, al passo con i tempi e che possa coinvolgere e responsabilizzare tutti, non solo i giovani.
Voglio ricordarvi infine i numeri verdi contro il bullismo: 800 66 96 96 e quello contro la violenza sulle donne che è il 1522.
Non voltiamoci mai dall’altra parte… massima attenzione!
https://screpmagazine.com/you-pol-lapp-della-polizia-di-stato-contro-bullismo-droga-e-violenza/