Questo è il vero problema.
Continuiamo a consigliare alle donne vittime di violenza di denunciare, ma poi la superficialità e incompetenza di alcuni operatori del settore non aiuta.
La formazione è necessaria in tutti i campi. Occorre ai Magistrati, agli Avvocati che assistono a volte le vittime altre i carnefici, alle Forze dell’Ordine che “raccolgono” le denunce e che dovrebbero valutare velocemente la pericolosità degli aggressori e richiedere gli opportuni provvedimenti, ma occorre anche per comunicare le notizie. Vi è, infatti, poca attenzione da parte di giornalisti e media. Solo 11 paesi dell’Unione europea, tra i quali l’italia non è presente, hanno redatto un codice di condotta per gli operatori dell’informazione. A volte il messaggio comunicativo è fuorviante laddove si parla di “amore malato” o addirittura di “eccesso d’amore ” con resoconti che richiamano una sorta di giustificazione dell’azione violenta invece che una naturale manifestazione di un predominio deviante di genere. Così facendo si attenua il disvalore della condotta (l’uomo era depresso, era stato lasciato, non accettava la separazione, era geloso…). In realtà si dovrebbe utilizzare un linguaggio libero da pregiudizi, fornire informazioni utili e trattare la parte lesa con rispetto.