Lo scopo principale dev’essere l’interruzione immediata delle violenze al fine di garantire la sicurezza delle vittime ma dev’essere anche visto come un processo culturale di cambiamento per il superamento degli stereotipi di genere che portano alla discriminazione.Esistono degli sportelli di ascolto per uomini maltrattanti. Sono spazi d’ascolto clinico e terapeutico del disagio relazionale maschile.
I comportamenti violenti e aggressivi, in famiglia e nelle relazioni, rivelano l’incapacità dell’uomo di instaurare rapporti affettivi sani. Il lavoro con questi uomini intende promuovere un atteggiamento maschile consapevole, sviluppare la capacità di costruire relazioni affettive sane e ridurre la possibilità di recidive.
La messa in sicurezza della donna che subisce violenza é il primo passo ma subito dopo occorre lavorare sulla possibilità di ridurre le recidive facendo un lavoro su chi quella violenza la agisce. Devono imparare a fare i conti con le proprie fragilità, diventare consapevoli delle proprie azioni, acquisire strumenti che permettano di gestire in modo corretto le relazioni con l’altro sesso, capire che i comportamenti violenti sono autodistruttivi.
Certamente dapprima cercheranno una sorta di giustificazione partendo magari dalla negazione del fatto stesso, spostando poi la responsabilità sulle compagne fino ad arrivare alla consapevolezza della gravità della condotta posta in essere.
Si deve lavorare per evitare le recidive dei comportamenti violenti e di conseguenza creare i presupposti perché la persona sappia costruire o ri-costruire relazioni più sane.
Anche di questo parleremo il 14 Novembre p.v.
Vi aspettiamo!