Rabbrividisco al solo pensiero che ci siano genitori che regalino ai propri bambini smartphone di ultima generazione con possibilità, dunque, di connessione ad internet.
Già ritengo sbagliato che a 14 anni i ragazzi possano liberamente prestare il loro “consenso digitale” al trattamento dei dati personali sui social network. Qualche mese fa, infatti, sono entrate in vigore in Italia le nuove normative che regolamentano l’età minima per l’accesso autonomo ai social network. L’Europa consigliava che l’età minima per l’iscrizione di un minore fosse pari a 16 anni ma l’Italia ha preferito abbassarla a 14.
Probabilmente si sottovaluta il problema.
Non esiste solo il bullismo con insulti e minacce ma anche il “sexting” (inviare o richiedere foto o video hard). Le bambine inviano fotografie dai contenuti sessuali perché richiesti dal fidanzatino del momento il quale, una volta lasciato, si vendica inviandole a tutta la scuola. Le vittime assistono inermi e spaventate al fenomeno sino a quando i genitori non lo scoprono e, a volte, hanno epiloghi tragici.
Ricordiamoci, peraltro, che ci sono anche pedofili in giro per il web, sempre a caccia di bambini.
Come detto, i genitori dovrebbero essere maggiormente responsabili e, quantomeno, controllare i telefoni dei propri figli per proteggerli dai pericoli della rete.
Oggi esistono alcune “app” che possono essere installate sui telefoni dei propri figli e che inviano ad un indirizzo di posta elettronica tutti i messaggi “Whatsapp” inviati e ricevuti. Con tale strumento sarebbe possibile individuare eventuali predatori sessuali o bulli e sarebbe possibile conservare le prove.
Peraltro, anche il solo pubblicare foto su instagram espone i minori a rischi per via della geolocalizzazione.
Cerchiamo di proteggere i minori educandoli con l’esempio e non perdendoli mai di vista.
https://www.ilmessaggero.it/AMP/italia/video_sesso_bambini_firenze_inchiesta_procura-4078438.html
